
Alberto Prunetti
Alberto Prunetti (Piombino, 1973) ha pubblicato Amianto, una storia operaia e PCSP, entrambi con Alegre. Traduttore e lavoratore culturale freelance, scrive su Letteraria, Giap, Lavoro culturale, il manifesto e altre testate.
Alberto Prunetti (Piombino, 1973) ha pubblicato Amianto, una storia operaia e PCSP, entrambi con Alegre. Traduttore e lavoratore culturale freelance, scrive su Letteraria, Giap, Lavoro culturale, il manifesto e altre testate.
Alberto Prunetti ha incontrato gli studenti e le studentesse di un liceo senese. Questa è l'intervista che Daniele Lo Vetere gli ha fatto in quell'occasione. Continua a leggere... about Tendevo le righe della scrittura come un arco
Bellissima intervista sul lavoroculturale.org ad Alberto Prunetti sul suo PCSP, sul ruolo delle storie e dei cantastorie, e su come usare le storie vecchie per inventare le storie nuove. Continua a leggere... about I cantastorie se ne vanno, le storie restano
Un'intervista di Giuseppe Ciarallo ad Alberto Prunetti sul suo PCSP (Piccola ControStoria Popolare) uscita sul numero 47 (aprile/maggio) della rivista Paginauno. Continua a leggere... about PCSP. Un oggetto narrativo (non) ben identificato.
Un saggio di narratologia trash, un manuale di giornalismo ombelicale, un debunking semiotico della propria bibliografia condotto in autofiction da una precaria del giornalismo di serie zeta. Quando Vladimir Propp meets Olindo e Rosa. Continua a leggere... about Quando Vladimir Propp meets Olindo e Rosa - Alberto Prunetti da "404: file not found"
Un’incursione in quattro movimenti tra le due guerre mondiali, il fascismo e il colonialismo italiano. Da L’invisibile ovunque del collettivo Wu Ming a Adua di Igiaba Scego fino a Al palo della morte di Giuliano Santoro. Più uno spin-off. Continua a leggere... about Quattro contro la guerra
In arrivo un oggetto narrativo di Wu Ming 1 che fermerà in tutte le stazioni delle nocività italiane: debito pubblico, privatizzazioni, repressione di Stato. Ma che farà anche vibrare la poesia della resistenza, tra neocatari e operai valligiani, cattolici del dissenso e donne sulle barricate da una vita. Non sarà una lettura breve – a sarà düra! – ma dopo forse guarderete al reportage narrativo (e alle grandi opere inutili) con occhi diversi. Di seguito una segnalazione di “Un viaggio che non promettiamo breve. Venticinque anni di lotte no Tav” (Einaudi Stile Libero), attraverso dei brevi commenti epistolari rivolti all’autore. Continua a leggere... about “Un viaggio che non promettiamo breve”. Recensione epistolare del Quinto Tipo
Su Radio 3 il 1 maggio Alberto Prunetti e Angelo Ferracuti sono stati ospiti di Fahrenheit per parlare di lavoro e come narrarlo, di scrittura operaia, della precarietà di ieri e di oggi, di reportage e ibridi narrativi, e di come costruire tramite la letteratura nuovi immaginari conflittuali e resistenti.
Eccone il podcast. Continua a leggere... about Resistere al lavoro
Non guardo quasi mai la televisione e ci ho messo almeno un giorno per vedere il finto duello, con colpi telefonati, tra Porro e Farinetti, con l’irruzione – questa vera e tagliente – di Marta Fana, ricercatrice di economia a Scienze politiche a Parigi, che affonda accuse al padrone di Eataly. Accuse già comparse su libri, articoli e volantini sindacali, ma che nessuno aveva avuto il coraggio di scagliargli contro in diretta televisiva: sottomansionamenti, formazione pagata dai fondi europei e altre furbate a tutele decrescenti. Continua a leggere... about I denti di #Farinetti e il sorriso di Marta Fana
Raccontiamo la bellezza del tempo vivo fuori dal lavoro morto, l’inganno della retorica della meritocrazia, la mobilità sociale che era solo una carota che nascondeva il bastone, le fabbriche chiuse per fare campo bruciato, per distruggere le comunità, le città operaie. Non serve mobilità sociale, non vogliamo uscire dalla miseria e diventare classe media, lasciando gli altri indietro, salvandosi il culo da soli: vogliamo combattere la miseria, per tutta la classe. Pride. Continua a leggere... about Nuove scritture working class: nel nome del pane e delle rose
La Genova del Pieranni è soprattutto un’immersione in una memoria che procede per carotaggi verticali, saggiando i propri luoghi oscuri con lo scandaglio di una scrittura ibrida. Continua a leggere... about Tra i vicoli profondi di Genova Macaia che per gli uni son degrado e per altri poesia
Certi libri, letti nell’adolescenza, ti cambiano la vita.
Ognuno ha il libro che gli è stato più caro a quindici anni.
C'è quindi un ritorno al fascismo, alla barbarie e allo schiavismo, ma non sono elementi irrazionali: sono gestiti, dosati, fanno parte di un piano. Di fronte alla crisi, la soluzione più semplice è comprimere i diritti dei lavoratori, guadagnare sui profitti, mettere gli sfruttati gli uni contro gli altri e irreggimentare la società. Il fascismo a questo serve. Questo fa. Continua a leggere... about La retorica di “sangue e suolo” produce solo una cosa: il tetano
Per quanto riguarda la questione fiction/non fiction, direi che in questo libro ho fatto finta di fare fiction. Che forse oggi è il modo migliore per scrivere un romanzo: cercare di non fare il romanzo/romanzo per fare altro, ma che è narrativa a tutto tondo. Quindi c’era una sfida non da poco: usare il romanzo per raccontare la classe lavoratrice e non la borghesia, e farlo dall’interno. Continua a leggere... about A proposito di fiction/non fiction in Amianto e 108 metri
Tra i libri sul calcio più belli che ho letto citerei Pensare coi piedi di Osvaldo Soriano, Splendori e miserie del gioco del calcio di Eduardo Galeano e Calcio di John Foot. Quello di Pisapia è diverso da ognuno di questi tre libri. Ha qualcosa di ognuno di questi (è un saggio, un atto d’amore e una scrittura narrativa) ma impasta la scrittura in una forma magmatica che incorpora una fiction di mondi calcistici alternativi. Continua a leggere... about Multisegnalazione working class: Uccidi Paul Breitner - Alberto Prunetti da "il lavoro culturale"*